Per rispondere a questa domanda, dobbiamo entrare nel cuore della metodologia islamica.
L’Islam non è una religione di letture rapide e conclusioni affrettate. Le regole della nostra fede non vengono tratte da un singolo testo senza un’analisi approfondita.
C’è una scienza, una metodologia precisa, che va applicata nell’interpretazione di qualsiasi versetto o Hadith. È proprio qui che si distingue chi studia seriamente la Shariah da chi rischia di cadere in malintesi, anche in buona fede.
I sapienti, infatti, non ignorano i testi sacri, anzi! La loro intera vita è dedicata alla comprensione del Corano e della Sunna. Ciò che molti musulmani oggi non colgono è che il loro metodo di interpretazione si basa su secoli di studi, discussioni, e una rigorosa disciplina chiamata Firtah al-Dalil – la scienza dell’uso delle prove.
Quando un sapiente emette un parere, non sta semplicemente leggendo il testo in modo letterale, ma sta applicando una metodologia che tiene conto del contesto, delle altre prove testuali, delle parole degli stessi Sahaba (compagni del Profeta), e dell’insieme della legge islamica.
Eppure, sempre più spesso, vediamo persone che citano un Hadith isolato, credendo di avere in mano la verità. Magari sono ben intenzionate, ma non rendono giustizia alla complessità della nostra religione.
È come se uno leggesse una singola frase di un manuale di medicina e, con quel poco che ha capito, si mettesse a prescrivere cure senza avere una visione completa della salute del paziente.
Sarebbe pericoloso, vero?
Eppure, questo è ciò che accade quando qualcuno prende un Hadith fuori contesto e cerca di imporre la propria comprensione come verità assoluta.
Molto spesso, queste persone si oppongono agli insegnamenti di un sapiente dicendo: “Io seguo il Profeta (ﷺ), non lo sheikh.” Ma questa affermazione, benché sembri piena di fervore religioso, è fondata su un grave fraintendimento.
Non si tratta di scegliere tra il Profeta (ﷺ) e lo sheikh. Si tratta di confrontare la tua interpretazione individuale, priva di metodologia, con quella di un sapiente che ha dedicato anni alla comprensione del Corano e della Sunna.
Il sapiente non inventa regole, ma si basa sul Corano e sulla Sunna con un metodo rigido, accurato e approvato dai sapienti prima di lui.
Il Corano ci esorta: “Chiedete alla gente della conoscenza se non sapete” (16:43). Questo non è solo un consiglio, è una protezione per la nostra Ummah.
Senza consultare coloro che hanno studiato in profondità, rischiamo di cadere nell’errore. O peggio, rischiamo di diventare strumenti di confusione nella comunità, diffondendo ignoranza al posto della verità.
È così che si crea la fitna: non per cattiva intenzione, ma per mancanza di consapevolezza.
La fede islamica è profonda, ricca di saggezza, e offre soluzioni per ogni situazione. Ma dobbiamo avvicinarci ad essa con umiltà.
Non siamo tutti equipaggiati per interpretare da soli i testi sacri. Per questo esistono i sapienti. Per questo ci affidiamo a coloro che hanno studiato. E il nostro compito, come musulmani, è di rispettare e valorizzare la loro dedizione.
Qualche tempo fa ho tenuto un seminario intitolato “Comprensione autentica e potenziante dell’Islam: come navigare orientati”, che puoi trovare qui sotto.