Il Mawlid al-Nabawi: spegniamo la polemica una volta per tutte
In questi tempi, il semplice atto di ricordare il Profeta Muhammad (Sallallahu alaihi wa sallam), specie durante il Mawlid al-Nabawi, sembra suscitare dibattiti accesi, specialmente da parte di coloro che etichettano tale pratica come bid‘a (innovazione) o ne criticano l’incertezza sulla data.
Ma prima di soffermarci su queste critiche, dobbiamo inquadrare storicamente e giuridicamente questa pratica e chiarire perché questo ricordo ha un posto speciale nella nostra Ummah, oltre a esaminare la natura della divergenza che lo circonda.
L'importanza del Mawlid nella storia della Ummah
Il Mawlid al-Nabawi, ossia il ricordo della nascita del Profeta Muhammad (Sallallahu alaihi wa sallam), non è un evento recente o isolato. Per centinaia di anni, le comunità musulmane in tutto il mondo hanno riconosciuto il valore del Mawlid come un’occasione per riflettere sull’esempio profetico, per rinnovare la propria connessione con il messaggio islamico e per esprimere gratitudine ad Allah per l’invio del Suo Messaggero.
Grandi sapienti di molte generazioni hanno partecipato a questa tradizione, riconoscendo che il ricordo del Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam) attraverso narrazioni, poesia, preghiere e riunioni comunitarie può avvicinare i musulmani a una maggiore comprensione del suo esempio.
Giganti della giurisprudenza islamica, dichiarano che qualsiasi azione (coerente con la Shari’a) che promuove l’amore e la venerazione del Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam) è non solo permessa ma lodata. E altri sapienti sostengono che questa celebrazione del Mawlid rientra nelle buone innovazioni (bid‘a hasana) che sono in linea con i principi della Shari‘a. Come Taraweeh, che sono allo stesso modo classificati dalla giurisprudenza islamica una bida’a hasana da molti sapienti.
Ripeto: sapienti, non gente che discute sui social senza sapere di cosa parla. Stiamo parlando di persone che hanno dedicato la vita al Corano e alla Sunna.
L’accettazione dei Sapienti e delle istituzioni tradizionali
Le critiche che definiscono il Mawlid come una bid‘a da evitare o addirittura come haram (illecito) sono emerse con particolare veemenza solo nell’ultimo secolo. Prima di questo periodo, non troviamo tracce di una condanna così ferma nella tradizione giuridica musulmana classica. C’era una rispettabile divergenza sul tema, non delle crociate come quelle che vediamo oggi sui social.
E oggi, molte delle istituzioni più autorevoli dell’Islam, come Al-Azhar in Egitto e Zaytuna in Tunisia, considerano il ricordo del Mawlid non solo legittimo, ma anche auspicabile. Queste istituzioni, che per secoli hanno rappresentato fari di sapere per l’Ummah, non giudicano il Mawlid come haram.
Quindi, la domanda diventa…
Perché oggi si alzano così forti opposizioni, quando per secoli l’Islam classico ha tollerato e spesso abbracciato questa pratica?
Perché mentre in passato questa questione era uno dei tanti motivi di divergenza accettabile nel fiqh, oggi è diventato invece un tema centrale per alcuni su cui giudicare negativamente un progetto intero come strong believer e ritenerlo deviato e innovatore?
Le divergenze Fiqh e l'ideologia Wahhabita
Le divergenze d’opinione all’interno del fiqh (giurisprudenza islamica) sono sempre esistite e sono una parte essenziale della ricchezza intellettuale della nostra tradizione. I grandi Imam delle scuole giuridiche (Malik, Abu Hanifa, Shafi‘i e Ahmad ibn Hanbal) avevano differenze su molti punti di legge, eppure questo non ha mai portato uno a mancare di rispetto a un altro sapiente. La frattura nella Ummah su divergenze secondarie le hanno portate sempre o i nostri nemici che volevano seminare discordia tra le nostre fila, o politici malevoli, o ignoranti. Tra i sapienti le divergenze venivano gestite con rispetto e tolleranza.
Ciò che stiamo osservando oggi, in merito al Mawlid, è il frutto di una corrente specifica che ha guadagnato popolarità negli ultimi cento anni: il wahhabismo. Questa ideologia, nata nel XVIII secolo sotto la guida di Muhammad ibn Abd al-Wahhab, ha adottato una visione molto rigida dell’Islam, rifiutando pratiche che la maggior parte dei sapienti tradizionali ha invece accolto come manifestazioni dell’amore per il Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam). L’influenza wahhabita ha portato alla polarizzazione di questioni che, storicamente, erano considerate accettabili punti di divergenza. Tra queste, c’è la questione del Mawlid.
È importante chiarire che questa visione non rappresenta la totalità dell’Islam, né ha il monopolio della verità. Esistono migliaia di sapienti rispettabili che, basandosi su prove solide dalla Sunna e dal Qur’an, hanno sostenuto la legittimità del Mawlid. Criticare con aggressività il Mawlid oggi, quindi, non è una semplice questione di divergenza giuridica; è il risultato di un’ideologia recente che, con il suo mal posto rigore, ha spaccato la comunità su argomenti su cui prima ci si rispettava.
Per chi vuole capire meglio come navigare tra le divergenze tra sapienti, rimando al seminario che ho tenuto qualche tempo fa. Qui sotto puoi trovare il video in questione.
La pertinenza della data del Mawlid
Alcuni critici sollevano anche il punto che non esista una data certa per la nascita del Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam). Tuttavia, questo argomento non è nuovo né esclusivo al Mawlid. In realtà, l’incertezza su alcune date nella storia islamica non ha mai impedito ai musulmani di commemorare eventi importanti. Anche la data esatta del Lailat al-Qadr non è conosciuta, eppure i musulmani continuano a dedicare le ultime dieci notti del Ramadan alla ricerca di questa notte benedetta.
L’importanza del Mawlid al-Nabawi non risiede tanto nella precisione storica della data quanto nell’intenzione di ricordare il nostro amato Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam), i suoi insegnamenti e il suo esempio. È un’occasione per riunirsi, per ascoltare la sua Seerah (biografia) e per coltivare un legame spirituale con lui. Questo non ha nulla a che fare con una devianza o una novità estranea alla religione.
Un Ricordo Necessario in Tempi di Distrazione
Viviamo in un’epoca in cui le persone, persino i musulmani, sono distratte da mille influenze. I social media, il materialismo, la vita frenetica: tutto questo distoglie la nostra attenzione dall’essenziale. Il ricordo del Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam) e dei suoi insegnamenti è quindi più necessario che mai. Non si tratta di festeggiare con eccessi o in modi che contraddicono la Shari‘a. Si tratta, invece, di rinnovare il nostro amore e la nostra devozione a colui che ci ha guidato dalla tenebra alla luce. I miei post non hanno lo scopo di creare una “festa” nel senso materiale del termine, ma di riportare alla luce il messaggio profetico, la sua saggezza, e la sua guida.
Chi si oppone a questo ricordo, creando polemica sotto post che invitano semplicemente a riflettere sul Profeta, dimostra una profonda confusione su ciò che è prioritario nella nostra religione. L’Islam ci insegna a costruire ponti dentro la comunità, non barriere, e a rispettare le divergenze dove esistono. Ne parlo in maniera più precisa nel seminario che vi accennavo.
Il Mawlid al-Nabawi è una questione di divergenza accettabile, non una divisione essenziale. L’ossessione per l’etichettare tutto come bid‘a ha accecato molte persone su quelle che sono le priorità reali della nostra fede.
Conclusione
Il ricordo del Mawlid al-Nabawi è un atto di amore e devozione verso il Profeta Muhammad (Sallallahu alaihi wa sallam), che per secoli è stato accettato e praticato da grandi sapienti e istituzioni dell’Islam. Le critiche a questa pratica, così accese oggi, sono il frutto di un’ideologia recente e divisiva, non di un consenso secolare.
È essenziale che la comunità musulmana ritorni a un rispetto reciproco delle divergenze giuridiche, evitando le divisioni su questioni che non toccano il cuore della fede.
E ricordiamo che, in un’epoca di distrazione, qualsiasi occasione per ricollegarci al nostro Profeta (Sallallahu alaihi wa sallam) è una benedizione, non una minaccia.