Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un passo indietro e guardare alla storia.
Segui il mio ragionamento…
Come hanno fatto gli ebrei a passare dall’essere un popolo perseguitato a un popolo dominante? Com’è rinato il popolo ebraico dalle ceneri?
Semplice: hanno dominato tutti i settori.
Come?
Con eccellenze fedeli alla loro causa.
Facciamo l’esempio dell’Italia…
Nella dirigenza dei media più importanti a livello italiano, troviamo degli ebrei sionisti.
Nella dirigenza dei più importanti gruppi finanziari, troviamo degli ebrei sionisti.
Nella dirigenza dei gruppi editoriali più importanti a livello italiano, troviamo degli ebrei sionisti.
Tra i critici dell’arte più rinomati, troviamo ebrei sionisti.
Tra gli scrittori più famosi, troviamo ebrei sionisti.
Tra i politici più potenti, troviamo ebrei sionisti.
E così via.
Quindi appena ce n’è bisogno, usano la loro posizione e il loro peso nella società per:
- indirizzare l’opinione pubblica;
- influenzare le scelte politiche;
- creare una narrazione dominante;
- influenzare l’economia
- ecc…
…al servizio della causa sionista.
E’ una questione di risorse umane di qualità: questo ha permesso agli ebrei sionisti di dominare.
Non si tratta di complottismo. Non si tratta di avercela con il popolo giudaico.
Non parlo delle follie antisemite di estrema destra e di estrema sinistra sulla famiglia Rothschild & simila.
Si tratta di osservare i fatti. I dati oggettivi.
Meno dell’1% della popolazione mondiale è di religione ebraica, eppure un miliardo di dollari su 4 è in mano a ebrei.
Un premio Nobel su 3 è dato a un ebreo. Anche se costituiscono quasi 1/100esimo dell’umanità. E non parlo dei premi Nobel politicizzati, come quello per la pace.
Parlo di premi Nobel per la fisica, per l’economia, per la letteratura, per la psicologia ecc… che sono molto più meritocratici.
Sarebbe da togliersi il cappello, se analizzassimo la questione solo da questo punto di vista e dimenticassimo i crimini che Israele continua a perpetuare, violando numerose convenzioni internazionali.
Ora dirò una cosa che risulterà impopolare tra i musulmani.
Molti nostri correligionari odiano gli ebrei perché sono potenti.
Cioè, la causa del loro odio è data dalla forza degli ebrei.
Lo Strong Believer non odia chi è forte.
Lo Strong Believer odia l’ingiustizia e l’oppressione, ma non la forza.
Lo Strong Believer si focalizza sul capire cosa può apprendere di positivo e potenziante da chi è diventato forte, per applicare e mettere questa forza al servizio del Bene.
Quindi la storia degli ultimi due secoli della comunità ebraica internazionale e i sionisti in particolare sono un caso studio da analizzare a fondo e da cui trarre insegnamenti.
Suona strano, ma è così.
Chiaramente trarre insegnamenti dalla loro esperienza non significa seguirli anche in ciò che hanno sbagliato. E’ ovvio, ma ci tengo a precisarlo.
Ma l’atteggiamento nei confronti della loro esperienza non deve essere di odio scriteriato.
Dobbiamo assumere un atteggiamento basato sulla saggezza.
E tra le mille lezioni che si possono trarre dalla loro esperienza ce n’è una che adombra le altre, ovvero che se vogliamo essere una Umma forte, dobbiamo forgiare componenti della Umma forti. Quindi dei credenti forti.
Morale della favola: mentre sul breve termine è importante fare il massimo che possiamo nel denunciare le ingiustizie che avvengono a discapito del popolo palestinese, sul lungo termine non possiamo limitarci a questo.
Sul lungo termine dobbiamo avere più credenti capaci di lasciare il segno.
Chiaro fin qui? Spero di si.
Facciamo un passo avanti.